venerdì 23 dicembre 2016

12 giorni in Scozia, Isole Orcadi ~ la Scozia selvaggia che narra storie vecchie di 8500 anni


 ~ itinerario di 12 giorni in Scozia: day 9 ~


















Orcadi, il punto più a nord mai toccato in tutti i miei viaggi.
Un luogo dove, incredibile ma vero, vivono più capi di bestiame che persone.
Circa 70 isole (di cui solo 20 abitate) contese tra Oceano Atlantico e Mare del Nord.
Tanto battute da venti gelidi quanto impregnate di colori accesi.
Se prima avevo pensato che il nord della Scozia fosse poco abitato e sperduto è perché ancora non ero stata qui: chilometri di prati verdi e nient'altro, giusto qualche sparuta fattoria ogni tanto, e solo 3 grossi centri abitati (di cui il più popoloso ha comunque meno abitanti del paesino di campagna in provincia di Torino in cui abito io, così, giusto per darvi un'idea).
La voce di queste isole è tutto un frusciare di vento, ondeggiare di erba alta, sospingere di mare, tolto il rumore umano, resta questa terra lontana da tutto e da tutti
Le Orcadi, vanno prese così come sono, antiche, selvagge, spianate dai venti, difficilmente adattabili alla comodità umana, eppure con i loro discorsi, di impeto e natura, rivelano storie vecchie di 8500 anni ...



Dal momento che in questo mio viaggio attraverso la Scozia sono priva di macchina, ma alle Orcadi non volevo rinunciare per tutti i motivi elencati sopra, ho dovuto ingegnarmi.
Fare affidamento al servizio di trasporti pubblico in questo caso (a differenza del resto della Scozia) servirebbe a ben poco: i collegamenti sono pochi e scomodi e soprattutto non sempre portano vicino ai siti archeologici.
Così, cercando su internet una possibile soluzione, è spuntato fuori il sito della compagnia John O' Groats Ferry.
Questa compagnia infatti offre tour giornalieri con partenza dal porticciolo di John O' Groats o con partenza da Inverness addirittura, che includono:
la traversata in mare,
guida parlante inglese nativa delle Orkney (tra l'altro davvero preparata e interessante)
e un pullman privato che ti deposita direttamente davanti ai siti di maggiore interesse.
Più di così cosa potevo chiedere insomma?

I tour sono di 3 tipi e variano nella durata e nel numero di fermate effettuate (anche se i costi non cambiano poi di molto).
Se come me avete l'ostello a Thurso vi toccherà prendere l'ennesimo bus (ormai l'intera rete di trasporti scozzese non ha più segreti), mentre per gli orari potete informarvi preventivamente dalle vecchiettine del centro turistico di Thurso e farvi un'idea dando un'occhiata alla tabella degli orari qui.
So già che la levataccia è assicurata ma che verrò ampiamente ricompensata.

Se invece avete la macchina, e avete in programma di girare le Orcadi con questo mezzo, potete optare per la compagnia Pentland Ferries, che trasporta anche i veicoli.

































































































































John O'Groats di per sé non può nemmeno essere definito un villaggio, ci sono 4 casette in croce e il porticciolo, un attracco, qualche barchetta per la pesca e il nulla intorno, puro e semplice verde scozzese per chilometri e chilometri.
Eppure ha un'aria graziosa tutta sua, con il piccolo bed&breakfast colorato sulla spiaggia e il solitario negozietto di souvenir che si fregia del titolo di ultimo edificio della Scozia "continentale".
Mentre aspetto il traghetto passeggio nei dintorni, prima giù sulla spiaggia di sassi e poi lungo il molo dove scopro non solo il cartello con le distanze in miglia: Londra, Polo Nord, Lands End, Nuova Zelanda; ma anche il murales di una ragazza scozzese dai capelli di fuoco che volteggiano intenta a suonare il violino per una foca.

Il tragitto attraverso il Pentland Firth, lo stretto che separa la regione scozzese del Caithness dalle Orcadi, dura 40 lunghissimi minuti, durante i quali il freddo cerca di congelarmi pure l'anima.
In barba al gelo resisto irremovibile sul ponte della nave, mi armo di sciarpa avvolta attorno alla testa in stile Madonna (quella di Gesù, non la cantante) e mi attacco alla balaustra speranzosa.
Il mio stato di assideramento viene infine premiato dalla vista di delfini e foche che nuotano a poca distanza dal traghetto, potrebbe la natura essere più bella? Potrebbe esserci emozione più grande?
Quando assisto a queste cose ho sempre lo spirito di una bambina che vede il mondo per la prima volta.
Lo stretto, se siete in grado di resistere al freddo dei venti oceanici, è in effetti punto privilegiato per l'avvistamento di questi animali e talvolta anche per l'avvistamento di orche e balene.
Quello che occorre è solo un pizzico di fortuna (e 40 strati di vestiti ovviamente).

La prima tappa dell'itinerario in bus è l'Italian Chapel.
Riguardo ciò, dato che si parla sempre poco delle Orcadi, forse vi sorprenderà sapere che queste isole del nord non celano solo storia neolitica ma anche racconti ben più recenti.
Era la seconda guerra mondiale quando la Marina Inglese cominciò ad usare l'arcipelago come base militare, così, per essere sicuri che nessun sottomarino tedesco riuscisse più a introdursi all'interno della Scapa Flow (la baia naturale al centro delle Orcadi), vennero fatte costruire le Churchill Barriers, che impedivano l'accesso alla baia se non attraverso un unico canale altamente sorvegliato.
Queste barriere furono costruite grazie alla manodopera dei prigionieri di guerra catturati in Africa Settentrionale, tra cui moltissimi italiani, assegnati proprio al campo di Lamb Holm.
Questi stessi prigionieri ottennero il permesso di costruire per se stessi un luogo di culto, una piccola cappella, conosciuta oggi appunto come Cappella Italiana.
La cappella ha un corpo nato dall'unione di due Baracche Nissen (come si può notare dalla sua particolarissima forma) e materiali di scarto, in seguito intonacata e poi decorata internamente dagli stessi prigionieri, che riuscirono ad ottenere un risultato incredibile.



































Churchill Barriers 














Superate le Barriere di Churchill il pullman si addentra nel cuore delle Orcadi, in quei paesaggi verdi e piani dall'orizzonte infinito che caratterizzano queste isole prive di colline, levigate dal vento incessante, senza grandi foreste o grandi edifici. 
Ovunque si diriga lo sguardo non ci sono ostacoli e lungo la strada si intercettano solo greggi di pecore sparpagliate qua e là, sdraiate nell'erba alta le tipiche mucche pelose dal manto ramato che abitano queste zone. 

La fermata successiva del nostro itinerario è Kirkwall, la capitale delle Orcadi. 
La città ha origini vichinghe e conserva ancora oggi nel piccolo centro storico le fattezze assunte nel XVI e XVII secolo, con strade lastricate, piccole insegne e casette in pietra bruna di diverse sfumature che le conferiscono quell'aria British d'altri tempi. 
L'edificio più imponente e importante della città è la Cattedrale di St Magnus, la cattedrale più settentrionale della Gran Bretagna, la cui costruzione risale addirittura al 1100, vetrate colorate e mura esterne ed interne di un acceso color rosso, dovuto all'arenaria, le danno insomma un aspetto scozzese fino al midollo. 
Altri due punti di interesse in città sono il Bishop's Palace (la casa-palazzo del vescovo) costruito nel XII secolo per il vescovo William of Old e l'Earl's Palace (il palazzo del conte), considerati non solo esempio di arte scozzese ma rivelatori anche del passato vichingo e allo stesso tempo cristiano della Scozia. 
A Kirkwall potete inoltre visitare l'Orkney Museum, un museo dedicato alla storia delle isole, o optare per una passeggiata in Albert Street (se siete alla ricerca di cibo o souvenir questo è il posto giusto, non incontrerete altri negozi lungo il percorso). 
Un'ultima opzione è quella di visitare la Distilleria di Higland Park, e assistere all'intero processo di lavorazione del particolare malto delle Orcadi.  






























Con Kirkwall ci lasciamo definitivamente la civiltà moderna alle spalle, è la volta di Skara Brae, e sebbene le prime tracce umane trovate nelle Orcadi possano essere fatte risalire a ben 8500 anni fa, questo sito archeologico è vecchio solo di 5000 anni, un vero salto indietro nel tempo, come mi avvisa gentilmente il cartello all'entrata. 
Il sito si sviluppa al confine tra una grande prateria e la baia di Skaill, affacciandosi praticamente sul mare, una posizione non solo suggestiva ma che ha anche fatto in modo che il villaggio rimanesse sepolto sotto sedimenti e sabbia per moltissimo tempo, consentendo un elevatissimo grado di conservazione. 
Il villaggio è emerso dal suo sonno millenario soltanto nel 1850, in seguito a una violenta tempesta che gli ha letteralmente levato di dosso la "copertina" di sabbia con cui si copriva (ah, adesso uno non può neanche dormire quei quattro, cinquemila anni). 
Tutto ciò lo rende oggi il villaggio neolitico più completo d'Europa, con tanto di mobilio in pietra all'interno delle case.

Subito sotto il villaggio si apre la baia, un mare piatto di acqua incredibilmente trasparente, io presa dall'euforia finalmente mi tolgo il cappotto, 
"è l'estate più calda degli ultimi 20 anni" mi dice la guida, 
posso anche concedermi di starmene in spiaggia soltanto in canottiera... camicia in jeans, maglione di lana e calzamaglia spessa a completare il look. 
Mi levo anche gli stivali e comincio a correre di qua e di là, forse sento la mancanza del mare sardo, che quest'anno per la prima volta nella mia vita non ho avuto occasione di vedere (ah cosa non si fa per la Scozia). 
Ci faccio gli angeli di sabbia sulla spiaggia di Skara Brae, io e il mio maglione infeltrito da combattimento, mentre le nuvole scorrono sopra la mia testa a una velocità assurda, libere da intralci arrivano e filano via, arrivano e filano via e così di nuovo. 
































Le ultime due tappe dell'itinerario della John O' Groats Ferry sono altri due siti archeologici risalenti al periodo neolitico, al pari di Skara Brae, oggi patrimonio UNESCO: le Standing Stones of Stenness e il Ring of Brodgar
Si tratta in entrambi i casi di cerchi di pietre neolitici , la cui vicinanza l'un l'altro, in aggiunta alla presenza di numerose tombe preistoriche e pietre erette, fa pensare a un'importanza rituale della zona. I due cerchi sono a loro volta riconducibili, grazie ai reperti ritrovati, a Skara Brae e al complesso di tombe neolitiche di Maeshowe (altro importante sito collocato sempre nelle Orcadi). 
Percorro il sentiero erboso del Ring of Brodgar, l'ingresso è presidiato da un gruppetto di buffe mucche pelose adagiate nel folto dell'erba, e finalmente, dopo tanto sognare di questi cerchi mistici, mi trovo faccia a faccia con le enormi pietre sull'attenti. 
Muschio, licheni, piccole chiazze arancioni, sulla superficie rugosa di chi sta lì dritto, in attesa, da praticamente 4000 anni.
Ed è questo in fondo che mi hanno fatto scoprire le Orcadi, che la Scozia non è solo castelli, laird, prati verdi e improbabili mostri nei laghi; è una terra a cui non mancano storie nuove, vecchie ma anche vecchissime. Storie che nelle Orcadi poi risuonano a ripetizione da almeno 8500 anni, per chiunque abbia la pazienza o la curiosità di sentirle narrare. 

Quando risalgo sul traghetto intorno alle 18 il Pentland Firth si è riempito di una nebbia così fitta e densa che le Orcadi dietro di me sfumano in un baleno, là dove Atlantico e Mare del Nord si incontrano tutto si cancella. 
E' un viaggio di ritorno alla cieca, un arrancare tra le onde, in cui la terra ferma riacquista forma solo una volta giunti al molo di John O' Groats, le Orcadi son giusto al di là di quel mondo di nebbie ma io corro già verso l'ultimo pullman direzione Thurso. 
Ad attendermi del piazzale c'è il minibus più sgangherato che io abbia mai visto, piccolo, storto e per rimanere in tema con la giornata: vecchissimo. 
Dentro non ci sono sedili, ma panche foderate e rattoppate alla buona, interni in finto legno consumato e cigolii preoccupanti in abbondanza. 
L'autista vedendo il nostro pass super lusso non è nemmeno tanto convinta che sia valido per quella corsa: "Ma siete venuti fin qui con questo?" mi chiede
"Sì, certo" 
"Ah, non ho mai visto questi pass ... dai salite" 
Non si fa troppe domande, o forse semplicemente non se la sente di mollarci in mezzo alla nebbia nella sperdutissima John O' Groats, unici passeggeri di quella scassomobile modello anni 30 soviet. 



















































































Se questo post ti è piaciuto puoi trovare QUI il resto dell'itinerario di 12 giorni in Scozia 






Siete mai stati nelle Orcadi o in Scozia? :) 
Vi piacerebbe andarci? 
Raccontami le tue esperienze nei commenti !! :) 





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Ci vediamo alla Prossima Fermata ⊂(。・ω・。)⊃ 



2 commenti:

  1. Okay parliamone...Ma che meraviglia assoluta è questo tuo reportage alle Orcadi? A parte che mi ha fatta divertire e commuovere, per cui complimenti perché chi ci riesce è davvero in gamba.
    Descrizioni precise ma anche personali, un'insieme di fatti ed emozioni, proprio come piace a me!
    Sono letteralmente morta dietro alle tue foto, con un solo pensiero in testa: devo andare!
    Stefania questo post è meraviglioso, tra l'altro archivio l'informazione dei tour battello più bus: non importa di quale epoca, è una cosa geniale!
    Dopo cena leggo anche gli altri post. Ma per questo non potevo assolutamente aspettare ;)
    Baci,
    Claudia B.

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    Risposte
    1. Ciao Claudia :)
      grazie davvero!! Sarà forse che con una bellezza come quella delle Orcadi viene spontaneo cercare almeno di rendere giustizia a queste stupende isole scozzesi?
      Anche a me è sembrata un'idea carinissima quella di fare battello unito al bus, in Scozia ho usato solo bus per spostarmi e per quanto ci si debba adattare agli orari l'ho trovato un modo magnifico di viaggiare, si ha una stupenda prospettiva dall'alto di ogni paesaggio.
      BSpero tantissimo che tu riesca a tornare in Scozia e vedere le Orcadi

      Baci ^_^ !!

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